L’incontro con il Kyokushin Karate e il Full Contact Karate ha cambiato la mia visione delle Arti Marziali

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L’incontro con il Kyokushin Karate e il Full Contact Karate ha cambiato la mia visione delle Arti Marziali

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Vorrei ringraziare Filippo Calà per avermi dato la possibilità di pubblicare questo mio scritto su questo bellissimo sito…Grazie!
Ho avvertito l’esigenza di scrivere queste poche righe per rendervi partecipi della mia esperienza nel Kyokushin Karate e di come la pratica di questo tipo di stile ha modificato la mia visione delle Arti Marziali…

Vi sembrerà strano, ma mi sono avvicinato al Kyokushinkai per pura curiosità…mi avevano colpito alcune fotografie di karateka Kyokushin, e in particolare l’estetica dei combattenti, il loro modo di indossare il gi, il modo in cui erano in guardia, tutto così diverso dai soliti stereotipi del Karate Tradizionale…per il quale serbo, comunque, un profondo rispetto.
Ebbene, circa quattro anni fa mi sono imbattuto in un sito sul Kyokushinkai karate, stile che non avevo mai sentito prima…il sito era di Donatello Rizzo, adesso mio grande amico, un praticante di Kyokushin della provincia di Lecce, in particolare del Dojo di Matino, di Sensei Tommaso Schirinzi, colui che poi è diventato il mio mitico Sensei…
Passò poi molto tempo prima che avessi la mia prima esperienza personale con il Kyokushin Karate, ma nel frattempo, grazie ad Internet all’amico Donatello, con il quale mi sento spesso, ho potuto approfondire le mie conoscenze sul Kyokushin e sui vari stili di Full Contact Karate (o Fighting Karate)…e capire che c’era una vasta dimensione del panorama marziale che io praticamente non conoscevo affatto…
Ho sempre praticato le Arti Marziali con lo spirito del ricercatore, non dando mai niente per scontato, cercando sempre di capire con la mia testa, con le mie esperienze, conoscendo altri stili, altri Maestri, altri praticanti…sapete, nonostante i miei 14 anni di Taekwondo, molte gare, molti stage, molte trasferte, approfondendo tutto quello che c’era da approfondire su questo pur bellissimo stile, sentivo che non sapevo ancora nulla della vera Arte Marziale…ormai il Taekwondo è solo uno sport da combattimento…e a nulla valeva la mia idea di praticare un’Arte Marziale in un mondo, quello del Taekwondo, dove ormai la dimensione dominante è quella dell’agonismo…tutto votato alla medaglia, nessuno spazio allo Spirito, alla Filosofia, alla Marzialità…(al riguardo a suo tempo scrissi anche un articolo che spero Filippo vorrà pubblicare in appendice a queste righe).
Insomma il mio spirito di ricerca non era ancora appagato !
L’incontro con il Kyokushin ha cambiato radicalmente la mia visione delle Arti Marziali…sembrerà paradossale ma, dopo 14 anni di pratica di Taekwondo con il grado attuale di terzo dan, posso dire di aver capito cosa vuol dire praticare un’ Arte Marziale solo nel momento in cui ho praticato Kyokushin per la prima volta … !
Sarò per sempre grato a coloro che hanno fatto si che il mio sogno di poter intraprendere lo studio del Kyokushin Karate potesse avverarsi : a Donatello Rizzo che per primo mi ci ha introdotto presentandomi a Sensei Schirinzi; a Sensei Schirinzi che mi ha accettato come suo Uchi-Deshi, e ciò ha rappresentato per me un onore immenso ! E infine a Shihan Tsutomu Wakyuchi che mi ha accettato nella sua grande famiglia, quella del Kyokushin italiano.
Spero di non deluderli mai !
E’ stato solo nel momento in cui mi sono sottoposto al primo allenamento di Kyokushin che ho capito che tutte le mie esperienze marziali sono state solo un’”anticamera”…è stato quando non avevo più fiato nei polmoni, quando non avevo più aria da cacciar fuori, quando mi si è annebbiata la vista, quando le gambe e le braccia stavano per cedere, è stato lì, quando Sensei mi gridava di andare ancora avanti, è stato quando gli ho risposto “OSU!” con l’ultimo barlume di lucidità che avevo in me e ritrovando, quasi per miracolo, la forza per andare avanti, sopportare altri dolori, altri sforzi e arrivare “in piedi” alla fine dell’allenamento e non per inerzia !!!
…E’ stato lì che ho capito di stare praticando per la prima volta nella mia vita Arti Marziali…e devo dirvi che di allenamenti tosti nella mia carriera di Taekwondoista (che pure è uno stile dove si combatte a contatto pieno, seppur con delle protezioni) ne ho fatti…ma lì e in tutti gli allenamenti che poi ho sostenuto è diverso…c’è un qualcosa di diverso che contraddistingue il Kyokushin, e in generale tutti gli stili di Fighting Karate, da qualsiasi altro stile.
E’ un qualcosa che va al di là della pura tecnica : tutto lo stile è intriso come di un’aura magica, di una filosofia, di una idea che va oltre lo stile stesso e che abbraccia la vita di ogni singolo praticante fondendosi in un tutt’uno con essa, quasi come una religione, potremmo dire…
Io la vedo ormai come una setta…una setta dove bisogna passare per il rito dell’iniziazione, ossia i primi allenamenti, e solo dopo, se si ha ancora la volontà di andare avanti, a prezzo di enormi sacrifici, sarà possibile scoprire una ricchezza immensa, sarà possibile oltrepassare un porta oltre la quale capire il vero significato delle parole del Fondatore, Sosai Mas Oyama, quando Egli affermava che “Seguire la Via delle Arti Marziali è come scalare una montagna: continua a scalarla senza riposo. Essa richiede una devozione assoluta e decisa nel lavoro pratico” e ancora “Addestreremo i nostri cuori e i nostri corpi per uno spirito forte e fermo… Perseguiremo il vero significato della Via Marziale, così che i nostri sensi possano essere sempre pronti… Cercheremo di coltivare, con un vigore puro, uno spirito di abnegazione”.
E’ una esperienza che non si può neanche tentare di poter esprimere con parole…Come poter spiegare ad un profano la sensazione di appartenere ad un gruppo del genere? Come potergli spiegare la sensazione che si provare all’atto di pronunciare ”OSU!” ?
Come poter spiegargli cosa vuol dire “OSU!” ? Se prima non lo ha vissuto sulla sua pelle? Come potergli spiegare cosa si prova nel portare a termine un allenamento? Come potergli far comprendere la sensazione dello scambio dei colpi, e nel dolore, godere dello spirito combattivo del tuo avversario e del tuo?
Come?
Non lo so. Io ci ho solo provato, con queste poche righe…
Il mio unico rimpianto è di non avere un dojo nella mia città nel quale potermi quotidianamente allenare…perché a Torre del Greco (Napoli) il Kyokushin non c’è…e così, appena posso, appena i miei impegni lavorativi me lo permettono, organizzo un week-end, dal venerdì alla domenica, prendo il treno e dopo 4 ore e mezzo arrivo a Lecce…lì trovo il mio Sensei che mi aspetta e insieme andiamo a Matino…dove per tre giorni mi immergo in quella che per me è ormai è la mia “oasi marziale”… lì è tutto così accogliente : il Sensei, la sua Famiglia, gli amici del Dojo, anche il dolore degli allenamenti è diventato un compagno di allenamento… e dopo un po’ che sono ritornato a casa ne sento già la mancanza…
A febbraio scorso ho potuto coronare il mio sogno, sostenendo il mio primo esame davanti al mio Sensei e, soprattutto, davanti a Shihan Wakyuchi che mi ha riconosciuto il 7° kyu…è stata una delle mie più grandi soddisfazioni dopo la Laurea…neanche l’aver preso la cintura nera di Taekwondo e successivi dan, ha assunto per me lo stesso significato…
Ecco perché dico che tutto ciò non si può esprimere a parole…
Filippo mi ha chiesto di scrivere qualcosa sul Fighting Karate…spero di aver scritto qualcosa che voi praticanti, anche se di Shinseikai Karate, il che non cambia molto, trovate familiare …
Scrivo queste parole mentre ascolto le musiche dell’Ultimo Samurai … è tutto così “perfetto”…
OSU!

Davide Sorrentino

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