
L’incontro
con il Kyokushin Karate e il Full Contact Karate ha cambiato la
mia visione delle Arti Marziali
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Di Davide Sorrentino |
Vorrei
ringraziare Filippo Calà
per avermi dato la possibilità di pubblicare questo mio scritto
su questo bellissimo sito…Grazie!
Ho avvertito l’esigenza di scrivere queste poche righe per rendervi
partecipi della mia esperienza nel Kyokushin
Karate e di come la pratica di questo tipo di stile ha
modificato la mia visione delle Arti Marziali…
Vi sembrerà strano, ma mi sono avvicinato al Kyokushinkai per pura
curiosità…mi avevano colpito alcune fotografie di karateka
Kyokushin, e in particolare l’estetica dei combattenti, il loro
modo di indossare il gi, il modo in cui erano in guardia, tutto così
diverso dai soliti stereotipi del Karate Tradizionale…per il quale
serbo, comunque, un profondo rispetto.
Ebbene, circa quattro anni fa mi sono imbattuto in un sito sul Kyokushinkai
karate, stile che non avevo mai sentito prima…il sito era di Donatello
Rizzo, adesso mio grande amico, un praticante di Kyokushin della provincia
di Lecce, in particolare del Dojo di Matino, di Sensei Tommaso Schirinzi,
colui che poi è diventato il mio mitico Sensei…
Passò poi molto tempo prima che avessi la mia prima esperienza
personale con il Kyokushin Karate, ma nel frattempo, grazie ad Internet
all’amico Donatello, con il quale mi sento spesso, ho potuto approfondire
le mie conoscenze sul Kyokushin e sui vari stili di Full
Contact Karate (o Fighting
Karate)…e capire che c’era una vasta dimensione
del panorama marziale che io praticamente non conoscevo affatto…
Ho sempre praticato le Arti Marziali con lo spirito del ricercatore, non
dando mai niente per scontato, cercando sempre di capire con la mia testa,
con le mie esperienze, conoscendo altri stili, altri Maestri, altri praticanti…sapete,
nonostante i miei 14 anni di Taekwondo,
molte gare, molti stage, molte trasferte, approfondendo tutto quello che
c’era da approfondire su questo pur bellissimo stile, sentivo che
non sapevo ancora nulla della vera Arte Marziale…ormai il Taekwondo
è solo uno sport da combattimento…e a nulla valeva la mia
idea di praticare un’Arte Marziale in un mondo, quello del Taekwondo,
dove ormai la dimensione dominante è quella dell’agonismo…tutto
votato alla medaglia, nessuno spazio allo Spirito,
alla Filosofia, alla Marzialità…(al
riguardo a suo tempo scrissi anche un articolo che spero Filippo vorrà
pubblicare in appendice a queste righe).
Insomma il mio spirito di ricerca non era ancora appagato !
L’incontro con il Kyokushin ha cambiato radicalmente la mia visione
delle Arti Marziali…sembrerà paradossale ma, dopo 14 anni
di pratica di Taekwondo con il grado attuale di terzo dan, posso dire
di aver capito cosa vuol dire praticare un’ Arte Marziale solo nel
momento in cui ho praticato Kyokushin per la prima volta … !
Sarò per sempre grato a coloro che hanno fatto si che il mio sogno
di poter intraprendere lo studio del Kyokushin Karate potesse avverarsi
: a Donatello Rizzo che per primo mi ci ha introdotto presentandomi a
Sensei Schirinzi; a Sensei Schirinzi che mi ha accettato come suo Uchi-Deshi,
e ciò ha rappresentato per me un onore immenso ! E infine a Shihan
Tsutomu Wakyuchi che mi ha accettato nella sua grande
famiglia, quella del Kyokushin italiano.
Spero di non deluderli mai !
E’ stato solo nel momento in cui mi sono sottoposto al primo allenamento
di Kyokushin che ho capito che tutte le mie esperienze marziali sono state
solo un’”anticamera”…è stato quando non
avevo più fiato nei polmoni, quando non avevo più aria da
cacciar fuori, quando mi si è annebbiata la vista, quando le gambe
e le braccia stavano per cedere, è stato lì, quando Sensei
mi gridava di andare ancora avanti, è stato quando gli ho risposto
“OSU!” con l’ultimo
barlume di lucidità che avevo in me e ritrovando, quasi per miracolo,
la forza per andare avanti, sopportare altri dolori, altri sforzi e arrivare
“in piedi” alla fine dell’allenamento e non per inerzia
!!!
…E’ stato lì che
ho capito di stare praticando per la prima volta nella mia vita Arti Marziali…e
devo dirvi che di allenamenti tosti nella mia carriera di Taekwondoista
(che pure è uno stile dove si combatte a contatto pieno, seppur
con delle protezioni) ne ho fatti…ma lì e in tutti gli allenamenti
che poi ho sostenuto è diverso…c’è un qualcosa
di diverso che contraddistingue il Kyokushin, e in generale tutti gli
stili di Fighting Karate,
da qualsiasi altro stile.
E’ un qualcosa che va al di là della pura tecnica : tutto
lo stile è intriso come di un’aura magica, di una filosofia,
di una idea che va oltre lo stile stesso e che abbraccia la vita di ogni
singolo praticante fondendosi in un tutt’uno con essa, quasi come
una religione, potremmo dire…
Io la vedo ormai come una setta…una setta dove bisogna passare per
il rito dell’iniziazione, ossia i primi allenamenti, e solo dopo,
se si ha ancora la volontà di andare avanti, a prezzo di enormi
sacrifici, sarà possibile scoprire una ricchezza immensa, sarà
possibile oltrepassare un porta oltre la quale capire il vero significato
delle parole del Fondatore, Sosai Mas Oyama,
quando Egli affermava che “Seguire la
Via delle Arti Marziali è come scalare una montagna: continua a
scalarla senza riposo. Essa richiede una devozione assoluta e decisa nel
lavoro pratico” e ancora “Addestreremo
i nostri cuori e i nostri corpi per uno spirito forte e fermo… Perseguiremo
il vero significato della Via Marziale, così che i nostri sensi
possano essere sempre pronti… Cercheremo di coltivare, con un vigore
puro, uno spirito di abnegazione”.
E’ una esperienza che non si può neanche tentare di poter
esprimere con parole…Come poter spiegare ad un profano la sensazione
di appartenere ad un gruppo del genere? Come potergli spiegare la sensazione
che si provare all’atto di pronunciare ”OSU!”
?
Come poter spiegargli cosa vuol dire “OSU!” ? Se prima non
lo ha vissuto sulla sua pelle? Come potergli spiegare cosa si prova nel
portare a termine un allenamento? Come potergli far comprendere la sensazione
dello scambio dei colpi, e nel dolore, godere dello spirito combattivo
del tuo avversario e del tuo?
Come?
Non lo so. Io ci ho solo provato, con queste poche righe…
Il mio unico rimpianto è di non avere un dojo nella mia città
nel quale potermi quotidianamente allenare…perché a Torre
del Greco (Napoli) il Kyokushin non c’è…e così,
appena posso, appena i miei impegni lavorativi me lo permettono, organizzo
un week-end, dal venerdì alla domenica, prendo il treno e dopo
4 ore e mezzo arrivo a Lecce…lì trovo il mio Sensei che mi
aspetta e insieme andiamo a Matino…dove per tre giorni mi immergo
in quella che per me è ormai è la mia “oasi marziale”…
lì è tutto così accogliente : il Sensei, la sua Famiglia,
gli amici del Dojo, anche il dolore degli allenamenti è diventato
un compagno di allenamento… e dopo un po’ che sono ritornato
a casa ne sento già la mancanza…
A febbraio scorso ho potuto coronare il mio sogno, sostenendo il mio primo
esame davanti al mio Sensei e, soprattutto, davanti a Shihan Wakyuchi
che mi ha riconosciuto il 7° kyu…è stata una delle mie
più grandi soddisfazioni dopo la Laurea…neanche l’aver
preso la cintura nera di Taekwondo e successivi dan, ha assunto per me
lo stesso significato…
Ecco perché dico che tutto ciò non si può esprimere
a parole…
Filippo mi ha chiesto di scrivere qualcosa sul Fighting Karate…spero
di aver scritto qualcosa che voi praticanti, anche se di Shinseikai
Karate, il che non cambia molto, trovate familiare …
Scrivo queste parole mentre ascolto le musiche dell’Ultimo
Samurai … è tutto così “perfetto”…
OSU!
Davide Sorrentino
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