Japan Tour 2010: Emozioni di un amico/allievo
Non sarebbe corretto iniziare questo racconto partendo da me, ma voglio provare a trasmetterlo in prima persona quindi mi perdonerete.
Io ero li !!
Ho visto il Sensei Filippo con i miei occhi mentre fatti da parte i suoi timori si preparava per essere giudicato.
L’ho visto che si concentrava per dimostrare a se stesso e al resto del mondo conosciuto quello che in una vita ha appreso di un arte così dura e complessa quale è il Karate.Era li mentre mi ricordava che lui per primo è passato attraverso un percorso spesso fatto di dolore ma che sa “regalare” emozioni incredibili.
Mentre per 30 volte un minuto e mezzo, maestri e giovani allievi desiderosi di far bella figura nella loro Casa (leggasi “Dojo”) cercavano di mandarlo a terra, di colpirlo almeno una volta al viso o per lo meno duro abbastanza per comunicargli un messaggio: “Guarda che ci sono qua io e ti impedirò di raggiungere il tuo obiettivo!”
Il condizionamento fisico e la sua precisione nelle tecniche, ma soprattutto quello che trascende quando anche l’ultima goccia di energia ti abbandona, è così che da un corpo sfinito emerge la sua forza di spirito incredibile al punto che anche i nostri compagni giapponesi iniziano ad incoraggiare il loro ospite. Lui che venuto da lontano riporterà in Patria un’ onorificenza che pochi di loro forse un giorno otterranno qui dove sono nati e con il supporto dei loro cari.
Io ho il compito di filmare il tutto e sono gli occhi che testimoniano che sta accadendo realmente e che nonostante i colpi ricevuti e la stanchezza per la prova affrontata il Sensei è li in piedi che aspetta la sua cintura, il suo grado, e lo guardo con orgoglio perché il mio amico e maestro mi sta dando l’ennesima lezione ed è valsa la pena fare tutta questa strada per assistere in prima persona al suo trionfo.
Personalmente ho rinnovato l’amore per una disciplina e riscoperto la voglia di non arrendermi mai, proprio come Filippo ha fatto qui realizzando il suo sogno e mi impegnerò per farlo valere in tutti i campi e non dimenticare!
La sua frase mentre si infila le protezioni per combattere e mi guarda: “Non pensavo che fosse così dura, ma a noi le cose facili non piacciono….!”
Osu! Sandan Filippo Calà!
Io sono stato solo un testimone della tua impresa ed è stato un onore immenso, forse è anche grazie a te che ho capito di amare ancora questo Paese così complicato…anche a me le cose facili non piacciono ed è vero che in questa vita non ci regala un Caxxo nessuno, anzi una lezione che non ha prezzo me l’hai regalata tu venendo qui.
Lorenzo Sardara