Cronache dal Dojo #04

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Cronache dal Dojo #04

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INTERVISTE SHINSEIKAI E SALUTO DI INIZIO ANNO
di Valeria Vitanza

Ben ritrovati a tutti gli atleti del dojo.
Molti hanno frequentato anche durante il mese di agosto dedicandosi allo studio di tecniche di combattimento particolari rispetto a quelle base; altri hanno esercitato lo spirito shinseikai nell’affrontare impegnativi e fastidiosi problemi  fisici…altri ancora si sono tuffati in una lunga vacanza che li ha aiutati a rinnovare concentrazione ed energia per un entusiasmante rientro al dojo.
Benvenuti ai nuovi atleti che si avvicinano per la prima volta a questa disciplina.
Il Sensei Filippo Calà ci porta interessanti novità che ci avvicineranno ancora di più allo shinseikai.
Non è scontato appassionarsi  a quest’arte marziale: si potrebbe non condividere il modo di allenarsi o i principi base che la animano e si potrebbero nutrire aspettative che rimarranno disattese; ma più ci si lascia coinvolgere dallo shinseikai più ci si accorge di non essere più gli stessi rispetto a quando non la si praticava…questo in sintesi il sentimento che ho colto anche dalle interviste condotte alla fine dell’ anno accademico appena trascorso:

PIERLUIGI :  “dallo shotokan al judo il dojo è simile cambia il sensei…ti mostra una strada possibile”; quest’anno non ha potuto partecipare attivamente agli allenamenti ma è stato comunque presente perché ti alleni non solo con l’esercizio fisico ma anche con gli occhi, “osservare” da una marcia in più, ti fa capire come muoverti, la velocità, lo sguardo

LUCA :  appassionato di fotografia si avvicina al dojo per immortalarlo nei momenti più significativi e ne è rimasto affascinato. Pratica il calcio, ma con questa disciplina si scoprono i propri limiti e anche che si possono superare; “il ring è magico, si fatica molto più di quanto si creda stando fuori ma tira fuori la grinta che hai dentro anche se non ne sei consapevole…anche quando sbagli, quando commetti errori è importante già l’accorgersene, il capire come è l’esecuzione corretta…”
Tra gli atleti c’è contatto umano, un  valido sotegno nei momenti difficili della vita.

LEDA : incuriosita  dall’ambiente familiare,dove si è tutti coinvolti in una esperienza formativa vicendevole, è stimolata a tirar fuori la grinta e a sviluppare l’autocontrollo.

FRANCESCA : rabbia accumulata nella vita trasformata in grinta combattiva, la paura di non essere all’altezza vinta grazie all’affiatamento tra gli atleti del dojo,che incita ad uno spirito combattivo, emotivamente entusiasmante.

ALESSANDRA :  invitata dal compagno a condividere con lui questa attività, è stata affascinata dallo spirito di condivisione e dal senso di unità del gruppo, ci si rispetta e ci si aiuta gli uni con gli altri; nonostante i problemi alle ginocchia e nonostante gli impegni lavorativi, dopo aver aperto la finestra sul mondo del dojo ne ha avuto per effetto una percezione generale ma sufficiente a rapirla nel cuore e nella mente.

FRANCESCO :  invitato dai colleghi a non andare semplicemente a correre al parco dietro l’azienda, ma a ritrovarsi insieme a fare qualcosa di “formativo”,  inizialmente un po’ preoccupato dall’impegno fisico ha scoperto una disciplina emotivamente appagante; la prima cosa che impari è che c’è tanto da imparare, il sensei trasmette un modo di essere e un modo di fare…con tenacia, concentrazione e lealtà.

SENPAI TULLIO :  “il karate si può praticare a qualsiasi età e di qualsiasi attività ci si occupi perché forma corpo e mente”.

CHE LA TENACIA E LA LEALTA’ TRASMESSE NEL DOJO SCORRANO NELLE NOSTRE VENE COME IL SANGUE! OSU!

 

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