KIME – di Valeria Vitanza

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KIME – di Valeria Vitanza

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Spesso nella vita ci sono esperienze che mi richiedono di essere forte…e magari, poiché non  mi ci sento, non le affronto e cerco solo di aggirare l’ostacolo…allora mi accorgo dell’ammirazione che provo verso certe persone “strane”, diverse da quello che mi sento di essere io, queste persone “strane” sono quelle che “vincono”, affrontano situazioni difficili nell’ambito affettivo, nell’ambito della salute, nell’ambito della vita….dunque dei “supereroi”.
Quando poi vado al cinema esaspero tutte queste sensazioni e sogno che forse, se solo ne avessi il coraggio, potrei “diventare” più forte…
CORAGGIO..FORZA…vedi una palestra, per caso di karate e ti fermi su questo concetto: il karate è roba tosta per gente tosta.
Nella mia vita passata, lungi da me il considerare di poterlo praticare, per vari motivi, tra cui anche il sentirmi inadeguata per fisico e temperamento.
Questo fisico e questo temperamento inadeguato però ha sempre sentito l’urgenza di “adeguarsi” e proprio guardandomi intorno, osservando le altre persone ho percepito mano a mano sempre di più la “possibilità” di questa “urgenza”.
Abbiamo tutti bisogno di non sentirci soli nell’impresa di divenire più forti: osservare gli altri e condividere il nostro anelito ci aiuta a visualizzare come farcela e su cosa dobbiamo puntare per seguire i nostri obiettivi, fra i tanti il superamento dei miei limiti, della mia pigrizia, della mia sfiducia, della mia paura.
Allora…ci sono molte strade….io ad un certo punto della mia vita, apparentemente tardi, in un certo qualmodo, sono capitata qui, mi sono informata, mi sono fatta avanti, mi sono iscritta….ed è successo che mi sono appassionata.
Quando ti appassioni per qualcosa è come quando ti innamori di qualcuno: non ti basta mai, ne vuoi sempre di più, fai sempre il possibile e l’impossibile per “esserci”. Non puoi mancare, non devi mancare, ti perderesti sicuramente qualcosa di speciale….però per cogliere questo qualcosa di speciale non basta esserci. Il modo in cui sei presente attribuisce qualità all’esperienza che fai.
Sei concentrato? Hai fiducia nel tuo maestro? Credi nel valore di ciò che ti insegna? Collabori coi tuoi compagni?….chissà quante cose esprimerebbero meglio la qualità di questa presenza…a furia di esserci io capisco che spesso non capisco, che spesso sbaglio, ma capisco anche il perchè e vedo anche il come potrei fare bene e così non vedo l’ora di esserci la volta successiva….conosci i limiti, conosci le possibilità e poi ad un certo punto scatta qualcosa in te per cui anche sapendo che non sarai mai un supereroe, CE LA FARAI.
Non ho detto puoi farcela, ho detto ce la farai. È diverso: la prima è una speranza, la seconda è una consapevolezza profonda. Personalmente credo che a differenza di tante altre “strade”, dove per lo più ti si invita a “provarci”, a fare un’”esperienza, a partecipare….e poi chi vivrà vedrà, se son rose fioriranno…qui, nello SHINSEIKAI, chiunque tu sia non vieni per provarci, vieni per COLPIRE, devi colpire!
Ma è una scuola di violenza allora? Violenza? La violenza è per gli ignoranti. Io non sono qui per la violenza, sono qui per lo spirito, per il coraggio!
Il karate è un’ARTE marziale…marziale, perchè sfrutta la fisicità la forza, la grinta ed è arte perchè è strategia, è studio, è intelligenza, è attenzione, è perfezionamento…in una parola è scuola di KIME‘…kimè è intraducibile o altrimenti traducibile con una lista di termini che hanno a che fare più con il cuore che con il corpo.
Quindi no, non è scuola di violenza. KIME’ è come una parola impronunciabile ma si pronuncia colpendo: colpendo il sacco, colpendo l’avversario, colpendo il tuo obiettivo…devi colpire con kimè anche quando esegui la tecnica a vuoto. E se non ti viene, come a me, perchè sei di animo “gentile”, non vuol dire che hai sbagliato strada, ma solo che ancora non hai capito.
Per vincere in qualsiasi campo devi colpire l’obiettivo con tutto te stesso….belle parole sì, a volte servono anche le parole, per spiegare, per pianificare, per mettere insieme con la tua osservazione e con la tua pratica le cose che sei in grado di fare…poi devi colpire.

COLPIRE SIGNIFICA FARE.

È molto probabile che il tuo bagaglio tecnico non sia mai sufficiente, è molto probabile che non eseguirai mai perfettamente le tecniche che hai appreso, è molto probabile che i tuoi avversari siano  spesso più forti di te, ma se colpisci con tutto te stesso renderai loro le cose difficili, li indurrai a cadere in errore e a non avere la grinta necessaria per reagire adeguatamente…HAI VINTO.
Questo ci ricorda sempre il sensei: praticare karate, avere l’opportunità di imparare cose nuove, di migliorare la propria condizione…fisica, mentale, culturale, sociale….è un privilegio.
Qualsiasi privilegio andrebbe vissuto con gioia e gratitutdine e per questo con il massimo impegno…KIME’!!!

OSU!
Valeria Vitanza.

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