Sensei: Il dojo è in buone mani !!

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Sensei: Il dojo è in buone mani !!

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Di Dario Pattarini – Allievo Shinseikai Karate Honbu dojo Roma

La recente assenza di Filippo ad un allenamento del giovedì mi ha dato la possibilità di assistere alla manifestazione delle potenzialità come Sensei di Senpai “Shodan Shinseikai” Tullio e degli allievi più anziani.

L’allenamento è stato molto intenso già dal riscaldamento, come abitudine (ormai nota :D) di Tullio, ma la vera differenza con altre lezioni da lui tenute l’ho notata durante la fase tecnica.

Al posto degli efficaci ma monotoni Khion, il buon Tullio ha optato (credo su consiglio del Sensei) per dei più movimentati e tecnici Renraku, che hanno dato il pretesto al Senpai di soffermarsi su una diffusa e dettagliata spiegazione delle catene cinetiche da sfruttare e della strategia dietro la successione delle tecniche.

La successiva fase di yakusoku kumite è stata ancora più didattica, dato che il Senpai non solo ci ha assegnato movimenti molto completi e strategicamente interessanti, ma ha anche coinvolto nel controllo dei nuovi allievi e delle cinture blue Francesco e Pierluigi, che hanno dato un contributo di pari valore nella qualità dell’insegnamento e nell’impostazione generale.

Il vero capolavoro Tullio lo ha fatto dopo il Mokuso, riprendendo la spiegazione, ampliandola e arricchendola di ulteriori particolari, non mancando di sottolineare che si tratta di tecniche materia d’esame e richiamando perciò la nostra attenzione sulla loro importanza, anche per la preparazione al combattimento.

Chiaramente gli insegnamenti che mi sono portato dietro da questa giornata si sono innestati sul terreno fertile già preparato dal Sensei, e quindi spero sia chiaro che è lontana dalle mie intenzioni anche solo l’ombra di una critica sulla metodologia di insegnamento di Filippo.

Il mio scopo è solo un sincero ringraziamento a Tullio, Francesco e Pierluigi che si sono presi cura della pippaccia che vi sta scrivendo con un’attenzione maniacale ai dettagli nella spiegazione e nell’esecuzione delle tecniche, confermandomi di avere scelto un gruppo eccezionale.

Magarì è solo una mia impressione, ma il cominciare a “capire e vedere” lo scopo della tecnica complessa nel suo insieme mi sta aiutando a non pensare più a “oddio non mi ricordo cosa devo fare adesso”, ma ad un tutt’uno da eseguire, cercando la spontaneità dei singoli gesti, unendoli correttamente tra loro. Adesso la lentezza è quella di un bradipo, ma la velocità verrà con la pratica e l’impegno.

Alla fine di questo resoconto, mi sento di chiedere al Sensei di aprire una sezione dedicata nel Sito per “fermare” sul web questi approfondimenti sugli elementi costituenti programma d’esame, magari accompagando le note teoriche con esempi di “tecniche tipo” (su renraku e yakusoku kumite) per aiutare gli allenamenti di preparazione al passaggio di kyu.

La strada da fare sulla via dell’efficacia in kumitè è ancora tanta e faticosa, ma intravedo una debole luce in fondo al tunnel.

OSU!

Dario Pattarini

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