Cronache dal Dojo #05
CRONACHE DAL DOJO di Valeria Vitanza
Grazie agli ultimi allenamenti molto intensi e impegnativi per il ritmo serrato con cui abbiamo eseguito i REN-RAKU, gli YAKUSOKU-KUMITE e il CIRCUITO di esercizi di potenziamento, siamo ormai entrati nel vivo dello spirito shinseikai e per questa nuova pagina di cronaca mi ispiro al concetto di BUSHI-DO, ovvero via del guerriero.
Per chi non lo sapesse, gli antichi guerrieri giapponesi, i SAMURAI (SABURAU=SERVIRE) erano “al servizio” di un signore e anche di una comunità, servizio che aveva un’implicazione morale quanto meno pari a quella della famiglia di origine. Perciò la loro formazione “professionale”(che si tramandava di padre in figlio) si basava oltre che sulle tecniche di combattimento anche e soprattutto su principi etici imprescindibili, da cui il senso dell’onore tipico della cultura giapponese.
Il SAMURAI infatti era un punto di riferimento nel contesto sociale in cui era inserito, perché in qualche modo garantiva l’ordine, contrapponendosi ad una condizione di CAOS.
Queste qualità morali (senso del dovere-risolutezza-generosità-fermezza d’animo-magnanimità-umanità) sono state trasmesse fino alla definizione attuale delle arti marziali e trasponendo il caos sociale ad un caos personale e intimo di una persona, la DISCIPLINA del KARATE diventa un mezzo attraverso il quale si può trovare un equilibrio interiore.
Ora siamo ancora lontani dal periodo dell’esame di passaggio di KYU, abbiamo quindi tempo per lavorare bene oltre che col corpo anche con la testa.
Chi è alle prime armi si preoccuperà di:
- Acquisire una corretta esecuzione delle tecniche base
- Associare i termini giapponesi utilizzati durante l’allenamento all’esecuzione corrispondente
- Conoscere le regole e la storia della disciplina
Per tutto questo BISOGNA consultare il Sensei e i compagni più esperti, che sono SEMPRE a disposizione e in più ci sono le pagine dedicate di questo sito.
A tutti, anche ai già esperti, ricordo di:
- Allenarsi con costanza
- Non mollare mai né col corpo né con lo spirito-non mettere le mani sui fianchi-non indietreggiare-non voltare le spalle-non fare smorfie o peggio versi di stanchezza
- Quando si commette un errore, riprendersi e continuare con ” impassibilità”
Se poi non si dovesse comunque superare l’esame…può succere…PAZIENZA!
Praticare quest’arte è già un onore per l’impegno fisico e morale che richiede sempre e bisogna SEMPRE avere RISPETTO PER OGNI GRADO DI PREPARAZIONE.
Il Sensei dice spesso che come dà la cintura può anche toglierla; MEGLIO UNA BUONA CINTURA BIANCA CHE UNA MEDIOCRE COLORATA…perciò: MOKUSO! LEALTA’ E TENACIA! OSU!!!
Valeria Vitanza