Cronache dal Dojo #06
SABATO I° OTTOBRE 2011 – UN’INSPIEGABILE MAGIA
Di Valeria Vitanza
Sia che si vinca sia che si perda (non so se tutti sono d’accordo) io sento di vivere appieno quando combatto. Chi ama questa disciplina non può non desiderare il confronto diretto e non basta una tantum. Si vorrebbe combattere sempre, però purtroppo, se non si vuole essere come tori in un’arena, come in tutte le cose della vita, bisogna prepararsi.
Non ci si può esimere dall’allenarsi atleticamente: tutti gli esercizi, anche quelli più noiosi e duri, sono fondamentali per una buona escuzione, un’esecuzione che vada a segno, che sia vincente durante il combattimento.
E poi….LA TESTA!!!
Questa volta non si tratta solo di concentrazione: aprire la mente per aumentare le possibilità di azione.
Presenza di spirito, scioltezza nei movimenti per affidarsi all’istinto e cogliere le occasioni!
Sentire il proprio corpo, sentire la proprio forza e vedere … VEDERE i varchi di fronte a noi per affondare…SCATTARE! DIFESA E ATTACCO! DEV’ESSERE UN TUTT’UNO!
Questo sabato l’allenamento è servito soprattutto a capire le regole che governano i combattimenti Shinseikai, per chi parteciperà alle competizioni e per chi le arbitrerà. Comunque i nostri campioni non si sono smentiti e hanno combattuto tutti davvero bene, io ho visto cuore e testa. Anche i meno esperti si sono impegnati molto e hanno mostrato spirito di competizione.
Tra gli errori più comuni ancora la fa da leone la guardia bassa: tenendo la guardia bassa si incassano dei JODAN MAWASHI GERI’ che disorientano.
La guardia alta non serve solo ai bassi e ai deboli, perché nel nostro caso di combattimento shinseikai, torno a ripetere, difesa e attacco è un tutt’uno, quindi se si tiene la guardia è alta, si è pronti con le braccia ad attaccare, a portare a segno diretti rapidi e potenti, da un GEDAN BARAI o da un MOROTE UKE può partire un SABAKI e quindi un MAWASHI GERI, insomma la difesa corretta mette in condizione di eseguire un attacco efficace…(non è così SENSEI?) non a caso, come infatti ci ha fatto notare il Sensei, abbiamo eseguito pochissimi SABAKI.
In conclusione, chi ha voglia di combattere e chi ha voglia di divertirsi metta in secondo piano la prestanza fisica e metta in primo piano una startegia, che, tenendo conto delle proprie effettive possibilità fisiche e atletiche, consenta di aprirsi il varco attraverso cui sferrare l’attacco.
OSU!
Valeria Vitanza