Firenze-Roma la mia prima avventura
Colgo l’occasione di questo articolo scritto da Simone Vannetti neo responsabile del Gruppo di Studio Shinseikai Firenze per annunciare ufficialmente l’apertura del suo corso, ecco i contatti per tutti gli interessati:
ORARIO CORSO
LUNEDì E GIOVEDì
DALLE 18:30 ALLE 20:00
indirizzo
SESTO FIORENTINO
CIRCOLO M.C.L. GLI INCONTRI
Via Gramsci 703/705 accanto alla Misericordia di Quinto
info:
http://shinseikaifirenze.blogspot.com/
info@fighting-karate.com
sam.folgore@hotmail.it
Sono partito da Firenze con tante idee e tanta paura sono tornato a Firenze con tanti lividi e tanta felicità.
Sembra un paradosso eppure l’esperienza che ho vissuto mi ha fatto conoscere un Karate che non conoscevo. Video, gare e dimostrazioni non sono niente se non si prova il tutto sulla propria pelle. Ero molto teso la prima esperienza in tutto, prima volta in treni alta velocità, prima volta a Roma, prima volta in metro e prima volta Shinseikai. Tutto quello che ho desiderato e pensato per mesi finalmente si è avverato e alla grande. Vivere uno spirito diverso, una concezione diversa del Karate, una concezione viva, reale. Non voglio dilungarmi in quelle che possono essere frasi tendenziose voglio concentrarmi sulle emozioni che ho provato. Sono arrivato ed ero piuttosto impaurito ed ansioso ma ho trovato una persona stupenda che mi ha messo subito a mio agio, Sensei Filippo. Siamo arrivati al dojo e dopo qualche parola ci siamo subito messi a lavoro con riscaldamento, vuoto e un po’ di sacco ho vissuto questa fase con molta tranquillità, mi sono trovato a fare cose abbastanza ordinarie in confronto al mio allenamento fiorentino poi c’è stato un grosso impatto con qualcosa che di solito si vede solo dall’alto in film tipo Rocky o pellicole filo pugilistiche… il ring. Quale strano essere è il ring, ti abbraccia in un insieme di funi che ti incitano a combattere e a non scappare ma allo stesso tempo ti aiuta a ritornare nella mischia al rimbalzo sulle corde, sembra quasi un vecchio maestro che con fare duro ti costringe a confrontarti con le tue paure ma allo stesso tempo sa darti la spinta giusta nel momento di difficoltà. Non saprei descrivere le sessioni di sparring da un punto di vista emotivo, mi sono confrontato con quella che è la realtà del full-contact karate, quello vero, quello puro, quello sincero, quello GIUSTO, e mi ha lasciato molte sensazioni. Eccitazione, dolore, felicità, paura, determinazione a non demordere. Mi sono reso conto della leggerezza dell’esercizio ma dall’altra parte ho capito cosa significa combattere nudi, senza guanti o caschetti che ti proteggono, che quasi ti fanno sentire invincibile. Ho capito l’importanza di alcuni atteggiamenti che in ciò che ho fatto fino ad ora ho dato una sommaria importanza, uno su tutti non abbassare mai le mani e soprattutto non abbassare mai le mani con chi sa gestire le proprie gambe al pari degli arti superiori.
Respirare… sembra impossibile eppure si trova il modo di dimenticarselo, l’equilibrio il fattore che ci aiuta a restare in piedi l’ho perso più volte sul ring che quando ho imparato ad andare in bicicletta. Quanti errori eppure allo stesso modo quante soddisfazioni. Nessuno mi aveva mai corretto così e nessuno me le aveva mai date così. E’ un fattore positivo, è difficile trovare persone disposte a curare i dettagli ma forse quando si sperimenta sulla propria pelle la verità del combattimento, quello fatto di nocche e di tibie stampate sul corpo si forma una personalità e uno stile VERO, lo stile Shinseikai, uno stile fatto di uomini che sanno cosa vuol dire affrontare la realtà con umiltà.
Le mie esperienze passate mi portano a dire che ciò che ho fatto fino ad adesso ha un valore sommario, non certo inutile ma sicuramente non rispecchia la realtà. Lo sparring di ieri mi ha fatto capire su quante cose ancora una persona si deve cimentare e su quanto sia lunga la strada, al momento non riesco nemmeno a intravederne la fine. Ma è questo il vero stimolo a proseguire, l’obiettivo non è arrivare in fondo perché l’infinito non è raggiungibile, la Bibbia racconta che Mosè vide soltanto la terra promessa e così è anche per i praticanti di arti marziali. Vedere l’infinito senza raggiungerlo, perché ogni vero maestro che si rispetti se n’è andato da questo mondo senza smettere mai di praticare per un giorno e con un’unica convinzione , quella di non aver ancora raggiunto la perfezione.
Adesso si fa sul serio però, tornare a Firenze non è la fine di un’avventura, è l’inizio di un grande percorso, probabilmente il più bello di tutta la mia vita. OSU
Simone Vannetti