Una “vecchia” intervista…
Ripropongo con molto piacere un’intervista datata 2005 fatta da Gian Paolo Doretti, direttore dell’allora “Fight or Die”, dopo il mio rientro dal Giappone per la partecipazione al World Koshiki Karate All Japan Open Championship di Tokyo.
Intervista Filippo Cala’
di Gian Paolo Doretti del 14/07/2005
Era come un obbligo. Filippo si è classificato 2° ad un prestigioso torneo internazionale che si è tenuto in Giappone. Ho ralizzato questa intevista per chiedergli a caldo di questa esperienza e cosa ne pensa del mondo “full contact”.
gpd = Gian Paolo Doretti
FC = Filippo Calà
gpd: Sei tornato dal Giappone ed hai conquistato un 2° posto. Spiegaci in che tipo di competizione hai partecipato.
FC: Si, sono tornato in Giappone per partecipare ai Koshiki Karate Japan Open Championship un torneo a livello mondiale dove ci si affronta tra vari praticanti di stili di Fighting Karate ed altre Arti Marziali indossando caschi integrali identici a quelli del Daido Juku e con un sottile corpetto, senza nessuna protezioni alle mani e piedi.
Il regolamento permette ovviamente di attaccare anche il viso dell’avversario con tecniche di pugno visto le protezioni che si indossano, ed e’ anche possibile colpire a mano aperta (tipo Pancrease), e di proiettare e colpire a terra l’avversario.
Si puo’ vincere per IPPON (KO) e per punteggio.
gpd: Cosa hanno detto di te gli amici del Giappone. Forse che non si sarebbero aspettati che un italiano potesse raggiungere tali risultati?
FC: Ormai i miei amici sono abituati alle mie partenze per il Giappone, sono ormai tre anni che mi reco nel Paese del Sol Levante per allenarmi e combattere.
gpd: Quali sono stati i match più duri che hai affrontato in questa competizione?
FC: Il match con l’Americano Jonathan Black e’ stato forse difficile sul piano fisico in quanto pesava circa 100 Kg e io invece ne peso solamente 76 e quindi quando mi “caricava” a volte venivo buttato a terra, ma giocando d’astuzia e grazie ai miei allenamenti nella Boxe sono riuscito a vincere nettamente.
Il match piu’ bello e’ stato con il Campione del Mondo e Giapponese Hiroshi Hisataka dove ci siamo studiati a fondo e la pura tecnica ha fatto da padrona, questi sono i match che piu’ mi piacciono.
In questo incontro ho fatto grand uso di Sabaki (spostamenti circolari che consentono di difendersi ed attaccare contemporaneamente) portandomi alla vittoria.
La finale purtroppo e’ stata un po’ amara per me. Il mio avversario e’ stato molto bravo con le tecniche di gamba (e’ stato anche Olimpionico di Taekwondo) ma senza falsa presunzione il combattimento ce l’avevo in pugno e lo costringevo sempre ad indietreggiare ed uscire dal Tatami.
Purtroppo il Nazionalismo e’ molto forte in Giappone e tra discussioni tra l’atleta Giapponese (ovviamente solo nella lingua madre) per chiedergli se era uscito per l’ennesima volta dal Tatami e quindi subire delle penalita’, e un bel pugno alla gola che ho ricevuto, la vittoria ai punti e’ andata a lui… Comunque sono uscito a testa alta e felice lo stesso per il risultato ottenuto.
gpd: Come hai affrontato interiormente questa sfida? Come ti sei preparato psicologicamente?
FC: Mi sono allenato tantissimo per questo evento ed ero pronto, mi sentivo pronto!
Non vedevo l’ora di salire sul tatami per dimostrare a me stesso se tutti i sascrifici fatti erano serviti a qualcosa.
Certo la tensione la sentivo ma ero davvero felice di vivere un’esperienza simile.
gpd: Il Giappone ti inspira forza, coraggio…..?
FC: Il Giappone e’ come una seconda casa per me, ogni volta che mi ci reco penso sempre che la disciplina che tanto amo e’ nata qui, e ogni volta che mi alleno in questo Paese cerco di dare il massimo e dimostrare che anche un ragazzo che viene dall’Italia puo’ essere allo stesso livello dei Giapponesi.
gpd: Ci sono diversi stili di karate a contatto pieno nel circuito. Cosa ne pensi: è una inutile frammentarizzazione oppure diverse opportunità?
FC: Io penso che esiste un’unica famiglia che e’ il Full Contact Karate (o Fighting Karate) e che il primo vero fondatore di questa disciplina sia stato Sosai Mas Oyama.
Poi sono nate tante scuole ed ognuna ha preso la sua strada, io sono un convinto sostenitore dei tornei di Karate Open aperti a qualsiasi stile di Karate con le regole del Knockdown Karate.
gpd: Quali sono le qualità che un karateka a contatto pieno deve sviluppare per sentirsi pronto ad una tale competizione?
FC: Ovviamente una grande preparazione atletica e tecnica.
Io mi sono allenato molto nel pugilato per migliorare la mia tecnica di braccia e nel condizionamento fisico. Allenarsi con constanza sempre al massimo delle proprie capacita’ e cercare di migliorarsi ogni giorno. Non ci sono segreti ma solo tanta passione e volonta’.
gpd: Chi pensi oggi rappresenti al meglio lo spirito del vero guerriero?
FC: In Italia senza dubbio il nostro Alessio “Legionario” Sakara impersonifica lo spirito del vero guerriero, quello che ha fatto lui penso che non l’abbia mai fatto nessuno nel nostro Paese.
gpd: Hai dei miti/personaggi a cui ti ispiri? E perchè?
FC: Sicuramente Andy Hug e’ stato per me una grandissima fonte d’ispirazione, oltre ad una tecnica sopraffina aveva un gran cuore, per un praticante di Karate salire su un ring del K-1 per affrontare avversari molto piu’ alti e pesanti e batterli non era cosa semplice, la sua morte mi ha colpito profondamente, in ogni suo incontro dimostrava sempre di possedere il vero “Samurai Spirit”.
Il brasiliano Francisco Filho e’ un altro mito, ha affrontato per ben due volte la prove del combattimento dei 100 uomini, e’ stato uno dei piu’ forti atleti nel circuito del K-1 ed in piu’ e’ stato il primo occidentale a vincere un Campionato del Mondo OPEN di Karate Kyokushin… una legenda vivente !
gpd: Cosa ne pensi del movimento del K-1? Ti esalta o cosa?
FC: Sinceramente adesso il K-1 ha qualcosa che cambierei, tipo l’ingresso nel circuito di personaggi “pittoreschi” ma scarsamente preparati per un evento K-1.
In passato il K-1 mi attirava molto di piu’, adesso gli atleti che piu’ mi piacciono sono il brasiliano Glaube Feitosa e il campione in carica Remy Bonjanski.
Seguo molto piu’ volentieri il K-1 Max dove milita il mio carissimo amico Kohiruimaki.
gpd: E del movimento del Vale Tudo? Come vede un karateka questo tipo di match?
FC: Grandissimo rispetto per i lottatori di Vale Tudo!
Sono atleti completi che per arrivare ad alti livelli si allenano in varie specialita’ con grande determinazione. Mi piace molto vedere questi tipi di incontri e ogni volta che li guardo ripeto sempre a me stesso: “devo iniziare ad allenarmi nella lotta a terra 🙂
gpd: Prossimi impegni?
FC: Probabilmente partecipero’ ai Campionati Europei che si terranno in Spagna il prossimo anno, ricevo molti inviti a partecipare a varie competizioni in tutto il mondo purtroppo pero’ spesso gli sponsor mancano in queste competizioni e diventa difficile parteciparci ogni volta.
Conituare ad insegnare ed a divulgare la scuola che rappresento qui in Italia, lo Shinseikai Full Contact Karate (www.fighting-karate.com).
gpd: Vuoi aggiungere qualcosa?
FC: Ringrazio Fight or Die per questa intervista e tutti i miei allievi che hanno fatto un tifo sfegatato per me, la mia compagna Silvia che mi ha accompagnato a questa sfida in Giappone e miei genitori che mi hanno permesso di iscrivermi in una piccola scuola di Karate quando avevo 8 anni.
Un augurio a tutti i lettori di una felice e spensierata estate e spero di vedervi presto sul tatami per allenarci insieme. OSU