Cronache dal Dojo #01 (L’angolo di Valeria)

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Cronache dal Dojo #01 (L’angolo di Valeria)

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Iniziamo con oggi una nuova rubrica del nostro sito chiamata “Cronache dal Dojo”, appunti e riflessioni di una super appassionata allieva dello Shinseikai Karate, Valeria Vitanza.
Valeria ci trasmettera’ tramite i suoi quotidiani appunti tutte le sue riflessioni e pensieri che ogni allievo praticamente potrebbe avere.
Quindi non mi resta che augurarvi una buona lettura ! 🙂

Filippo Cala’

MOKUSO-l’angolo di Valeria-cronache dal Dojo…

Mi scusino i miei compagni, ma non nominerò gli autori dei numerosi e ottimi consigli che mi vengono dati durante ogni allenamento, perché tutti, proprio tutti con me fanno un grande esercizio di pazienza e di condivisione…sono grata a tutti! OSU!

Il SENSEI può ben essere orgoglioso del suo Dojo, frequentato da persone che fanno a gara fra di loro non per eccellere in forza e aggressività, ma per superarsi nella passione e nella grinta nell’esercitarsi nella disciplina dello SHINSEIKAI.

La preparazione atletica (e con questa intendo tutti gli esercizi di riscaldamento, quelli che mirano a rafforzare specifiche parti del corpo e lo stretching) è molto impegnativa e spesso estenuante; KI-HON, REN-RAKU, YAKUSOKU-KUMITE richiedono attenzione e concentrazione assoluta ma sono in compenso “divertenti”, danno molta soddisfazione, soprattutto se ci si allena costantemente.

E’ importante la COSTANZA nell’allenamento, perché dà visibili risultati, sia nella comprensione degli esercizi sia nell’esecuzione, e ancora aiuta ad acquisire quelle qualità morali e spirituali di cui il KARATE, come ARTE e DISCIPLINA (marziale), è portatore/divulgatore/promotore. Perciò è significativo partecipare alla lezione anche come “spettatori” quando si è infortunati, è comunque importante comunicare sempre ogni problema al SENSEI, che è insegnante e guida.

Ecco dunque il mio personale MOKUSO:

-ribellione ai continui e ripetuti richiami e correzioni

-smorfie dovute allo sforzo nell’esecuzione dei colpi

-chiara manifestazione di stanchezza

-distrazione continua

=carattere debole e poco incline al miglioramento.

Mentre i compagni opportunamente incitano, incoraggiano e indicano con estrema chiarezza il comportamento corretto richiamando alla REATTIVITA’-PRONTEZZA-VELOCITA’-SCIOLTEZZA…non saltellare ad ogni spostamento…rientrare velocemente in guardia coi piedi ben saldi a terra…guardare l’avversario dritto negli occhi…non sbracciare, mento basso, colpi decisi e sicuri…SUNE-UKE…GEDAN-BARAI…

ecco quello che abitualmente trascuro durante lo sparring:

-GEDAN-BARAI: parata col braccio di un calcio (MAEGERI’) all’addome effettuando un rapido e breve spostamento laterale, dopo il quale si può eseguire un MAWASHI-GERI o un KAGE-TSUKI..

SABAKI: portarsi nella zona d’ombra dell’avversario con un movimento circolare. Per esempio si sposta tutto il corpo con scatto e facendo leva col braccio avanzato della guardia sulla spalla corrispondente dell’avversario si può lanciare un MAWASHI-GERI.

Sono 10 mesi che frequento il Dojo e per i primi 4 mesi posso dire che non capivo quasi niente di quello che facevamo, poi ho cominciato a capire, ma senza riuscire a tradurre in pratica le cose acquisite…sopraffatta da confusione, indecisione, insicurezza …si è resa necessaria una STRATEGIA di apprendimento/esecuzione: eseguire gli esercizi e insieme descriverli a parole aiuta a focalizzare la tecnica e a infondere sicurezza; insistere su quegli esercizi atletici che potenziano i muscoli più deboli (nel mio caso quelli delle braccia, quindi flessioni) e via via, man mano che si prende confidenza con un esercizio cominciare a farne degli altri per non trascurare in conclusione nessun aspetto atletico (quindi addominali, squat, saltelli a ginocchia alte…etc.) e poi un po’ di stretching quotidiano, molto utile al fine della scioltezza.

Praticando questa disciplina si manifestano tutti i limiti di una persona, viene a galla tutto l’”irrisolto-psicologico”, schiuma la parte infetta del carattere e lo spirito ne esce purificato, rafforzato. La naturale conseguenza di questo processo è il lievitare della determinazione nel migliorarsi.

Firmato… “Aspirante USHI-DESHI” ;)))

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